Rebecca – La Figlia del Diavolo

Cartagena, 1569. La folla è riunita per assistere all’esecuzione di Ramon Fernandez, Capitano della guarnigione che presidia la fortezza di San Juan. Quando tutto sembra perduto, il Capitano viene liberato da un gruppo di uomini guidato da Rebecca Morante, la Figlia del diavolo, che da tre anni comanda il vascello pirata più temuto della zona, l’Esperia. In cambio della vita di Ramon, Rebecca vuole che l’uomo l’aiuti a liberare il padre, prigioniero nella fortezza di San Juan, e a vendicarsi del governatore della città. In un alternarsi di passioni e battaglie Rebecca sarà costretta ad affrontare il tradimento, il dolore e la perdita prima di arrivare all’ultimo, decisivo duello con il suo nemico.

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INCIPIT

Nonostante il sole soffocante di mezzogiorno la piazza era gremita di persone. Molti erano arrivati già da parecchie ore per prendere posto e vedere da vicino lo spettacolo. Quegli eventi erano per tutti dei semplici diversivi alla solita vita, un’occasione per riunirsi, fare due chiacchiere e avere la dimostrazione tangibile che a Cartagena, la terra del governatore De La Cruz, giustizia veniva fatta.

La cosa non sfuggiva certo al proprietario della taverna El rey Felipe che si fregava le mani soddisfatto di fronte a quella moltitudine che, a causa del caldo, gli stava procurando tanto guadagno. Se quell’uomo era diretto al capestro significava che il governatore traeva profitto
dalla sua morte, dunque anche il buon taverniere voleva trarne. In realtà De La Cruz era un pazzo sanguinario,
ma all’oste che importava? Panem et circenses, il resto era superfluo.

Il carro col prigioniero si avvicinava lento. Ramon veniva portato avanti tra gli insulti della folla trattenuta a stento dalle guardie. Le pubbliche esecuzioni rischiavano sempre di trasformarsi in linciaggi e neppure quel caso faceva eccezione. All’improvviso una pietra raggiunse Ramon a una spalla. Il colpo fu doloroso, ma lui non voleva dare soddisfazione alla folla perciò mantenne la sua
espressione dignitosa: non avrebbe mostrato alcuna debolezza, nonostante la paura che gli attanagliava lo
stomaco. Era incredibile che lui, Ramon Fernández, capitano della guarnigione che presidiava l’inespugnabile fortezza di San Juan, ora si trovasse di fronte alla morte per ordine dell’uomo che da anni serviva con fedeltà, l’uomo per cui aveva rischiato la vita mille volte.

Ramon si era sempre ritenuto un uomo fortunato: era partito dal nulla e aveva conquistato fama e ricchezza.
Possedeva una bellezza selvaggia e un fascino che gli avevano facilitato le cose, ma doveva la sua sfolgorante
carriera soprattutto al suo coraggio e alla sua abilità.


La sorte gli aveva concesso molte doti, con cui si era guadagnato onori in battaglia, il grado di capitano e, ciò che più contava, l’amore di Margareta De La Cruz, la figlia del governatore e la donna più bella che Ramon avesse mai visto. E l’amore di Margareta lo aveva perduto: il governatore progettava ormai da tempo il matrimonio tra sua figlia e Alejandro, l’erede dei Ramírez, una famiglia nobile ed estremamente ricca.

Così Ramon, il brillante ufficiale, si era rivelato un impiccio e De La Cruz aveva tentato di allontanarlo dalla figlia in ogni modo: aveva provato con la corruzione e con le minacce, ma non erano valse a nulla. Infine aveva scelto una via definitiva e con false prove lo aveva accusato di tradimento, processato e condannato.


Una delle guardie lo strattonò per farlo scendere, riscuotendolo dai suoi pensieri.
Appena salito sul patibolo il boia gli sistemò la corda al collo e fece per mettergli la benda che Ramon rifiutò con sdegno.
Il ragazzo raccomandò l’anima a Dio ancora una volta e attese.