Agrippina Maggiore: la madre coraggio dell’antica Roma

Agrippina Maggiore: la madre coraggio dell’antica Roma

29 Novembre 2024 Off di Anna Maria Pierdomenico

La giovinezza

Figlia di Agrippa, celebre generale e braccio destro di Augusto, e di Giulia Maggiore, figlia di Augusto stesso, Agrippina non è soltanto parte della famiglia imperiale: è un pezzo centrale di una scacchiera politica pericolosa.

Nata nel 14 a.C., Agrippina cresce circondata da intrighi di corte e fin da giovanissima capisce che Roma non è certo il posto giusto per chi vuole condurre una vita tranquilla. Quando ha appena vent’anni, viene data in moglie al generale Germanico, un uomo amato dal popolo e dai soldati, celebrato per il suo coraggio e la sua lealtà. I due formano una coppia perfetta agli occhi dei romani: belli, potenti e fertili. Agrippina darà alla luce ben nove figli, tra cui il futuro imperatore Caligola e la futura imperatrice Agrippina Minore.

E qui iniziano le difficoltà.

La morte di Germanico

Il destino non è clemente con Agrippina, perché nel 19 d.C. suo marito Germanico muore in circostanze mai chiarite. La versione ufficiale parla di malattia, ma Agrippina è convinta che dietro la morte del marito ci sia una cospirazione ordita da Tiberio, l’imperatore dell’epoca. Germanico era troppo popolare, troppo pericoloso, e il sospetto che Tiberio lo abbia fatto avvelenare si diffonde come un incendio tra il popolo di Roma.

Agrippina non si lascia abbattere dalla perdita del marito e torna a Roma per affrontare apertamente Tiberio. La donna, con la sua voce e la sua presenza influente, diventa un problema per l’imperatore, che la teme. Più Agrippina accusa e si espone, più si fa nemici nella corte di Tiberio, e alla fine, l’imperatore la fa arrestare nel 29 d.C., relegandola in esilio sull’isola di Pandataria (oggi Ventotene), un luogo remoto e isolato nel Mar Tirreno.

La fine di Agrippina è tragica: prigioniera, affamata e privata di ogni dignità, Agrippina si lascia morire di fame nel 33 d.C. Un gesto che riflette sia il suo dolore sia la sua disperata volontà di non cedere al potere che l’ha schiacciata.

Come spesso accade nella storia, le figure femminili forti vengono condannate o messe in ombra, ma Agrippina Maggiore rimane un simbolo di resistenza.

Monumento funerario di Agrippina (Tabularium, Campidoglio, Roma)

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