La fortezza di Civitella del Tronto
A Civitella del Tronto, in provincia di Teramo, sorge fiero l’ultimo baluardo del Regno del Due Sicilie.
Le origini
Le origini della fortezza sono antiche e già nel 1069 si parlava di un castello di Civitella di proprietà del vescovo di Ascoli. Circa un secolo dopo la zona passò sotto il dominio degli Angioini che, stando alle fonti, rinnovarono almeno in parte la struttura. Verso la metà del XV secolo il forte andò agli Aragonesi, che lo modificarono e rafforzarono ulteriormente. A partire dal 1564 la struttura del forte subì variazioni e ampliamenti sino ad ottenere l’attuale configurazione, voluta dal re di Spagna e di Napoli Filippo II d’Asburgo per ottimizzarne la funzione difensiva. Nel 1600 il forte fu coinvolto nella Guerra dei Trent’anni, un conflitto che travolse gran parte dell’Europa, e nel 1638 le truppe spagnole all’interno della fortezza resistettero a un lungo assedio da parte delle forze del Ducato di Modena.
Sotto i Borboni
Nel corso del 1700 l’edificio passò ai Borboni e fu potenziato e modernizzato. Durante le guerre napoleoniche la fortezza fu nuovamente teatro di scontri e nel 1806 le truppe francesi riuscirono a conquistarla dopo un assedio. Con la caduta di Napoleone essa ritornò sotto il controllo del Regno delle Due Sicilie e nel 1860, durante il processo di unificazione italiana, fu l’ultima roccaforte borbonica a capitolare. Durante la Prima Guerra Mondiale, la struttura fu utilizzata come prigione per i prigionieri di guerra austro-ungarici. Durante il secondo conflitto il bastione fu occupato dai nazisti. Oggi la Fortezza di Civitella del Tronto è aperta al pubblico e ospita il Museo delle armi e delle mappe antiche.