Caterina D’Aragona, regina d’Inghilterra
Caterina D’Aragona è stata regina d’Inghilterra e prima moglie di Enrico VIII, che per separarsi da lei diede vita allo scisma anglicano.
Domenica 7 gennaio 1536, Castello di Kimbolton.
Caterina d’Aragona giaceva nel suo letto, circondata solo da poche dame di compagnia. Il corpo della donna, un tempo vibrante e vigoroso, era logorato dalla malattia e dall’isolamento. Da anni non metteva piede a corte, esiliata da quel marito che un tempo l’aveva venerata come una sposa perfetta. Ma Caterina era una donna indomita. Anche nei suoi ultimi momenti, non aveva mai rinunciato al titolo che riteneva di diritto suo: regina d’Inghilterra.
La giovinezza
Figlia dei potenti sovrani spagnoli, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, Caterina era nata nel 1485 sotto il segno della nobiltà e del potere. Sin da giovane fu promessa in sposa ad Arturo, principe del Galles e fratello maggiore di Enrico VIII. Il matrimonio fu celebrato nel 1501, ma durò appena cinque mesi. Arturo morì improvvisamente e Caterina rimase vedova, sola in una terra straniera. Nel 1507 assunse l’incarico di ambasciatrice spagnola in Inghilterra, diventando così la prima donna nella storia europea a ricoprire tale ruolo.
Nonostante l’incertezza del suo futuro, il destino di Caterina non era quello di tornare in Spagna. Ferdinando e Isabella cercarono un modo per mantenere l’alleanza con l’Inghilterra e presto si profilò l’opportunità di un nuovo matrimonio, questa volta con Enrico, che allora aveva solo dieci anni. Tuttavia, vi era un ostacolo: la Bibbia vietava esplicitamente il matrimonio tra un uomo e la vedova di suo fratello. Caterina giurò che il suo matrimonio con Arturo non era stato consumato e, sulla base di questa dichiarazione, Papa Giulio II concesse una dispensa speciale. Così, il 24 giugno 1509, Caterina divenne la regina consorte di Enrico VIII.
Le nozze con Enrico
Gli anni iniziali del loro matrimonio furono felici. Caterina era amata dal popolo inglese per la sua devozione, saggezza e dignità. Enrico la consultava in questioni politiche e militari; fu lei a governare come reggente durante la campagna del marito in Francia nel 1513, quando sconfisse le forze scozzesi a Flodden Field. Ma il sogno più grande di Enrico – un erede maschio – si faceva sempre più sfuggente.
Caterina rimase incinta numerose volte, ma solo una figlia sopravvisse: Maria, nata nel 1516. Ogni aborto spontaneo o morte prematura portava con sé non solo il dolore personale, ma anche il peso del fallimento dinastico. Enrico cercò di convincersi che il loro matrimonio fosse maledetto da Dio, ma la verità era che il re aveva posato gli occhi su una dama di compagnia della regina, Anna Bolena, giovane e vivace, che si rifiutava di diventare la sua amante. Pretendeva molto di più: la corona.
La fine del matrimonio
Enrico cercò un modo per annullare il matrimonio con Caterina, impugnando la dispensa papale che anni prima gli aveva permesso di sposarla. Ma Caterina non era disposta a cedere. Rifiutava categoricamente l’idea che il loro matrimonio fosse illegittimo. Di fronte ai tribunali ecclesiastici, alla pressione del re e alla crescente solitudine, Caterina mantenne la sua posizione. Si appellò a Roma e al Papa, ma l’intervento papale fu inutile. Nel 1533, Enrico sposò Anna Bolena in segreto, scatenando lo scisma dalla Chiesa cattolica.
Caterina fu allontanata da corte, separata dalla sua unica figlia Maria, e relegata in dimore lontane e fredde. Nonostante tutto, continuò a definirsi la vera regina d’Inghilterra, rifiutando ogni compromesso. La sua fede era incrollabile e la sua devozione al marito, nonostante il suo tradimento, rimase. In una lettera al re, scritta poco prima della sua morte, lo chiamava ancora “mio caro signore e marito”.
Il 7 gennaio 1536, Caterina d’Aragona morì, probabilmente a causa di un tumore. Secondo alcune testimonianze, sul letto di morte chiese di vedere la figlia, ma le fu negato.
Caterina fu sepolta nella Cattedrale di Peterborough, con il titolo di “Regina di Inghilterra”.
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