Tamara de Lempicka, la regina dell’Art Déco
Tamara de Lempicka, chiacchierata, rivoluzionaria e scabrosa ritrattista polacca, è stata una delle principali esponenti dell’Art Déco.
Innamorarsi dell’arte
Tamara de Lempicka è stata un’artista peculiare, allo stesso tempo di rottura e figlia dei suoi tempi, star indiscussa degli Anni Ruggenti non solo con i suoi sensuali ritratti, ma anche col suo stile di vita anticonformista.
Era nata a Varsavia il 16 maggio 1898 e, rimasta orfana di padre, visse con la madre, i fratelli e la nonna. Fu proprio quest’ultima a condurla con sé, nel 1907, nel viaggio tra la Francia e l’Italia che la fece innamorare della pittura. Ancora bambina imparò a padroneggiare la tecnica dell’acquerello e proseguì i suoi studi tra Mentone e Losanna.
Morta la nonna Tamara de Lempicka si spostò a San Pietroburgo da una zia e lì, nel 1916, conobbe il primo marito: Tadeusz Łempicki. C’è da dire che attirò l’attenzione dell’uomo in modo piuttosto peculiare: presentandosi ad una festa nella sua villa travestita da guardiana di oche, con tanto di pennuti al guinzaglio.
Il matrimonio fu infelice e segnato da numerosi tradimenti da parte di entrambi, ma quando Tadeusz fu arrestato dai bolscevichi Tamara fece di tutto per farlo liberare. E ci riuscì.
Da Parigi a New York
La Russia della rivoluzione non era più un posto sicuro per la coppia, che decise di riparare a Parigi. Qui Tamara de Lempicka studiò presso l’Académie de la Grande Chaumiere e l’ Académie Ranson e nel 1922 fece la prima mostra al Salon d’Automne. Grazie al suo stile innovativo e particolare e all’intensa carica di sensualità delle sue opere, la sua ascesa come ritrattista fu rapidissima. Ad aumentare ulteriormente la sua fama fu il suo scabroso style de vie, a base di viaggi favolosi, foto sui tabloid e frequentazioni bisessuali.
Enormemente colpito dal suo talento fu Filippo Tommaso Marinetti, che la aiutò a organizzare una mostra un Italia. I suoi quadri tuttavia furono accolti tiepidamente e una possibilità di rilancio arrivò dalla proposta di Gabriele D’Annunzio farsi ritrarre da lei. Il Vate, più interessato alle forme di Tamara che alla sua arte, nel 1925 la invitò a soggiornare al Vittoriale. I tentativi di seduzione del poeta caddero totalmente nel vuoto e alla fine il progetto del dipinto andò in fumo.
Nel 1928 Tamara de Lempicka divorziò da Tadeusz e cinque anni dopò sposò il barone Raoul Kuffner. Continuò a girare ed esporre in giro per l’Europa con grande successo, ma nel 1939, all’indomani dell’invasione della Polonia, si trasferì a Los Angeles col nuovo sposo. Tre sue grandi esposizioni furono organizzate alla Julian Levy Gallery di New York, alle Courvoisier Galleries di San Francisco e al Milwaukee Institute of Art, ma non ebbero il successo sperato. Solo in seguito i suoi lavori vennero notevolmente apprezzati.
Nuovi stili
Dopo le seconde nozze Tamara dovette affrontare una forte depressione e si avvicinò sempre di più alla religione, spostando i suoi soggetti anche su temi spirituali, ma questo mutamento non fu affatto apprezzato dal pubblico.
Nel 1961 il barone Kuffner morì e Tamara si trasferì a Houston, dove si dedicò all’arte astratta e alla tecnica della spatola. Anche stavolta il cambiamento le procurò delle critiche e la pittrice, esasperata, decise di non esporre mai più.
Nel 1978, ormai ottantenne, si trasferì in Messico e sposò lo scultore Victor Manuel Contreras, di oltre quarant’anni più giovane.
Tamara de Lempicka morì il 18 marzo 1980 e le sue ceneri vennero sparse sul vulcano Popocatépetl.