L’anfiteatro della Civitella di Chieti
Una scoperta inaspettata
I giovani sportivi che si divertivano in quel campo di calcio, che occupava l’area dagli anni ’60, non avrebbero mai potuto immaginare che il luogo, in un lontano passato, avesse ospitato sfide ben più cruente. Al posto dell’erba, la sabbia dell’arena; al posto del pallone, le armi dei gladiatori e le zanne delle fiere.
Stiamo parlando del celebre anfiteatro romano della Civitella di Chieti, costruito nel I secolo d.C., la cui memoria era andata perduta. Poi, nel 1982, il ritrovamento. L’edificio, di forma ellittica, misurava 40 m lungo l‘asse minore e 6o lungo il maggiore. Le gradinate da cui il pubblico assisteva agli spettacoli erano suddivise in tre settori – maggiore era l’importanza dei cittadini, più in basso sedevano – ed era presente una tribuna per le autorità.
Il declino
Con la cristianizzazione l’anfiteatro cadde in disuso e cominciò ad essere piano spogliato dei suo marmi, che vennero riutilizzati o destinati alla produzione della calce. Con la caduta dell’impero, la struttura venne trasformata in una necropoli. Nel XIV secolo l’area entrò a far parte del convento della Civitella, che venne poi soppresso in età napoleonica.
Durante gli ultimi anni del regno di Ferdinando II di Borbone, sul luogo in cui sorgeva l’anfiteatro fu costruita un’imponente piazza d’armi, in seguito usata come spazio per le fiere e le corse di cavalli. Infine sorse il campo sportivo. L’anfiteatro, dopo un importante restauro, è tornato fruibile e tutt’oggi fa da cornice a concerti e spettacoli.
Sotto l’anfiteatro si trova il Museo archeologico La Civitella, i cui reperti illustrano la nascita e lo sviluppo dell’antica Teate e del suo territorio.