Abruzzo nell’Alto Medioevo: Santa Maria a Vico e San Benedetto in Perillis
Santa Maria a Vico, la più antica chiesa d’Abruzzo
Nel comune di Sant’Omero (AQ) sorge quella che viene considerata l’unica chiesa abruzzese sorta prima dell’anno mille e giunta quasi intatta fino a noi: Santa Maria a Vico. L’edificio fu costruito sul sito dove si trovava un tempio dedicato ad Ercole e ha subito due soli restauri, uno nel 1885 e uno tra il 1970 ed il 1971. Il primo documento in cui la chiesa è menzionata, con il nome di Pieve di Santa Maria a Vico, è una bolla del 1153, in cui papa Anastasio IV la attribuisce alla Diocesi Aprutina. La denominazione “pieve” (dal latino plebs) conferiva il ruolo di chiesa parrocchiale. L’interno, diviso in tre navate da file di colonne, ci appare in tutta la semplicità dello stile preromanico. La maggioranza degli affreschi è andata perduta o è compromessa, fatta eccezione per una “Madonna in trono con Bambino” in buono stato di conservazione.
Madonna col Bambino e cardellino
Un tempo nella chiesa si poteva osservare un dipinto seicentesco della “Madonna col Bambino e cardellino”, sulla cui origine e sul cui autore non abbiamo notizie e che ora, dopo un restauro, è custodita nella Banca dell’Adriatico di Sant’Omero. La facciata è allineata con la torre campanaria (costruita in epoca successiva) e presenta una finestra con rosone e un portale definito da lastre di marmo e dotato di una decorazione a forma di arco. Su di essa sono scolpiti i simboli degli evangelisti, figure geometriche e un agnello che rappresenta Cristo e reca una croce. Santa Maria a Vico è dal 1902 nell’elenco dei monumenti nazionali italiani. Nei dintorni della chiesa è possibile imbattersi nei resti di epoca imperiale romana dell’agglomerato di costruzioni chiamato Vicus Stramentarius.
L’antico borgo di San Benedetto in Perillis
In provincia dell’Aquila, a dominare la conca Peligna, sorge l’antico borgo di San Benedetto in Perillis. Abitato sin dall’epoca longobarda, il paese si sviluppò attorno ad un monastero benedettino edificato nell’VIII secolo. Dapprima sotto l’egida del vescovo di Valva, il convento passò poi nelle mani di una potente famiglia di origini franche, per tornare infine sotto i primi proprietari. Dell’intera struttura ci rimane solo la chiesa, la cui configurazione attuale risale al XII secolo e che appartenne al ducato di Spoleto fino alla costituzione dell’Abruzzo nel XIII secolo. La facciata è bella nella sua semplicità, con un portale romanico a tutto sesto e un loggiato di finestre cieche. Lateralmente si trovano dei torrioni e il campanile a vela dell’800. L’interno è a tre navate e custodisce tracce di preziosi affreschi in stile romanico-bizantino.
Il borgo
Il vicino borgo medievale è ben conservato e i bastioni del vecchio castello si uniscono alle case medievali del XIII secolo, al torrione del monastero e alla chiesa della Madonna delle Grazie. Nel 1254 il borgo di San Benedetto partecipa alla fondazione dell’Aquila, condividendone il destino altalenante, e nel 1423 subisce l’assedio di Braccio da Montone, sorte toccata a diversi borghi abruzzesi durante gli scontri per la corona del regno di Napoli.
Nel 1703 il catastrofico terremoto dell’Aquila danneggia la chiesa e il borgo, che inizia a spostarsi più a valle, per venire poi in parte abbandonato nel 1915 a seguito del sisma della Marsica. San Benedetto perde l’autonomia durante il dominio francese e diventa frazione di Collepietro, tornerà paese a sé stante solo nel 1947.