Bominaco: un angolo di Paradiso in terra d’Abruzzo
A Bominaco, frazione di Caporciano (AQ), sorgono, l’uno accanto all’altro, due gioielli del medioevo abruzzese: l’oratorio di San Pellegrino e la chiesa di Santa Maria Assunta.
L’Oratorio di San Pellegrino
Ho scoperto l’Oratorio di San Pellegrino molti anni fa e da allora ci sono tornata diverse volte, provando sempre lo stesso senso di meraviglia. Il piccolo edificio costituisce un complesso monastico insieme con la vicinissima chiesa di Santa Maria Assunta e si trova a Bominaco, frazione nel comune di Caporciano. La costruzione, risalente al 1263, sorge su dei terreni che erano stati donati da Carlo Magno all’abbazia di Farfa e che erano in seguito diventati indipendenti.
La Cappella Sistina d’Abruzzo
Il soprannome di “Cappella Sistina d’Abruzzo” – o talvolta di “Cappella degli Scrovegni abruzzese” – è dovuto ad uno straordinario ciclo di affreschi che ornano le pareti e la volta e che rappresentano l’infanzia di Cristo, la Passione, scene del Giudizio Universale, storie di San Pellegrino e di altri santi e immagini relative al Calendario.
Gli studi hanno evidenziato molte differenze tra le varie rappresentazioni, portando a dedurre che almeno tre artisti diversi siano stati coinvolti. Insieme alla vicina chiesa di Santa Maria ad Cryptas di Fossa, di cui parleremo prossimamente, l’oratorio di San Pellegrino costituisce la testimonianza più cospicua della pittura medievale abruzzese.
La chiesa di Santa Maria Assunta di Bominaco
L’adiacente chiesa romanica di Santa Maria Assunta di Bominaco è stata consacrata nel 1263 e la sua struttura ricalca quella di San Liberatore a Majella, con una pianta a tre navate e tre absidi. Il complesso iniziale fu edificato nella zona in cui secondo tradizione San Pellegrino fu martirizzato e risale probabilmente all’VIII secolo.
La chiesa attuale, in stile romanico, non ha una datazione certa, ma sappiamo che è precedente al 1180, data riportata sul pulpito. Esistono diversi documenti storici che menzionano la chiesa col nome di “ecclesia sancti Peregrini”, come un diploma imperiale di Corrado II del 1027, un diploma di Enrico V del 1118 ed una bolla di Leone IX del 1051. L’edificio fu dedicato alla Madonna nel 1093 e in seguito a tale cambiamento fu costruito l’oratorio da dedicare a San Pellegrino.
La controversia
Da quell’anno iniziò una controversia tra la diocesi di Farfa e quella di Valva per annettere il complesso di Bominaco, ma alla fine nessuna delle due vinse e la struttura rimase indipendente. L’impianto della chiesa presenta delle somiglianze con San Liberatore a Majella, con una pianta a tre navate e tre absidi. Una delle pareti laterali era un tempo collegata al complesso monastico che ora non esiste più.
All’interno troviamo due file di colonne, presumibilmente prese dal vicino sito romano di Peltuinum. A sinistra della navata centrale troviamo l’ambone realizzato nel 1180 dall’abate Giovanni, storica guida del monastero che tuttavia non aveva ricevuto il riconoscimento papale.
Peculiari sono l’altare, col ciborio e la cattedra, anch’essa opera dell’abate Giovanni. La navata destra e la sinistra mostrano ancora alcuni affreschi medievali. Nel 1902 la splendida chiesa di Bominaco è stata dichiarata monumento nazionale.
Il castello di Bominaco
Sul Monte Buscito, l’altura che sovrasta il borgo di Caporciano (AQ), sorgono gli spettacolari ruderi del castello di Bominaco. Il forte originale fu costruito in epoca normanna, nell’XI secolo, ed era probabilmente in legno. Nel corso del XII-XIII secolo, però, in concomitanza con il periodo di maggiore splendore del monastero sottostante, il castello venne rinforzato con la costruzione di un recinto in pietra. Questo fu distrutto nel 1424, come molti altri manieri dell’aquilano, dagli uomini al soldo del capitano di ventura Braccio da Montone. In seguito Cipriano di Iacobuccio da Forfona, feudatario di Bominaco, chiese ed ottenne dal papa Martino V il permesso di riedificare il castello. Esso fu ricostruito sulla cresta della montagna e ancora oggi è raggiungibile attraverso un sentiero tanto suggestivo quanto impervio e scosceso.
Le mura hanno forma trapezoidale e sono intervallate da sette torrioni a pianta quadrata, inoltre, sul ciglio della scarpata svetta un mastio a base circolare. La struttura interna del castello è quasi completamente in rovina, ma non ciò non ne sminuisce minimamente fascino. I resti del maniero sono stati recentemente oggetto di lavori di recupero e valorizzazione e sono visitabili. La storia del forte è collegata a doppio filo alla vita del monastero di Momenaco – antico nome di Bominaco – e con le sopravvissute chiese di San Pellegrino e di Santa Maria Assunta e ha sempre avuto un importante ruolo di difesa e controllo, essendo anche in contatto visivo con altre strutture come il castello di San Pio delle Camere.