Rosmunda, che bevve al calice della vendetta
Bevi Rosmunda, bevi dal cranio di tuo padre!
Siamo a Verona, nel 572. L’Impero Romano è crollato da quasi un secolo e l’Italia settentrionale è stata conquistata da Alboino, che dal 3 settembre del 568 ha dato vita al Regno longobardo in Italia. Quella notte il sovrano, noto per la sua crudeltà e probabilmente ubriaco, si fa portare un boccale molto particolare. Esso è stato infatti ricavato dal cranio di re Cunimondo dei Gepidi, suo antico nemico sconfitto durante gli scontri per il controllo della Pannonia (all’incirca l’attuale Ungheria). Dopo aver sorbito il vino Alboino tende la bevanda alla sua sposa, Rosmunda, che è figlia di Cunimondo e che ha sposato solo per avere la lealtà dei suoi sudditi appena sottomessi.
“Bevi, Rosmunda”, le intima. La donna non può rifiutare, ma quel gesto segnerà il destino di entrambi.
La vendetta
Decisa a vendicarsi la regina si prende come amante Elmichi, nobile longobardo ansioso di avere per sé sia Rosmunda che la corona, e i due escogitano un piano per uccidere il re e uscirne senza danno. La prima necessità è quella di trovare un sicario, qualcuno abbastanza coraggioso da assassinare Alboino o che non abbia nulla da perdere. La scelta ricade sul guerriero gepido Peredeo, che però con la congiura non vuole avere nulla a che fare, dunque è necessario un incentivo.
Una notte, col favore delle tenebre, Rosmunda prende il posto della concubina di Peredeo e giace con lui. Quando il mattino successivo il guerriero si rende conto di aver avuto un rapporto con la regina comprende che il suo destino è segnato: se il re lo avesse scoperto sarebbe morto tra atroci tormenti. La soluzione è solo una, partecipare al regicidio.
Una nuova coppia reale
In una delle notti successive Peredeo si introduce nella stanza in cui dorme la coppia reale. Alboino si avvede del pericolo e la sua mano corre verso la spada, ma invano: non riesce ad estrarla perché Rosmunda l’ha legata al fodero. Il re prova a difendersi usando uno sgabello, ma alla fine ha la peggio e viene colpito a morte. Secondo l’usanza longobarda è la regina a dover scegliere il nuovo re e Rosmunda nomina Elmichi, ma la nobiltà si ribella. Forse, nonostante il comodo capro espiatorio costituito da Perideo, ha intuito la verità. La coppia fugge verso Ravenna, gestita dal prefetto Longino in nome dell’imperatore di Bisanzio, portando con sé la figlia di Rosmunda e il tesoro reale.
Rosmunda ed Elmichi si sposano, ma presto i loro rapporti si incrinano a tal punto che la regina decide di liberarsi del nuovo marito, secondo la tradizione perché si è innamorata di Longino. Durante una cena Rosmunda offre ad Elmichi una coppa di vino avvelenato, ma dopo il primo sorso lui se ne avvede e la costringe a bere a sua volta. Moriranno insieme. Cosa ne fu del tesoro e della figlia di Rosmunda? Longino li inviò a Bisanzio, dall’imperatore. La storia non ci narra cosa sia stato della principessa.