Frida Kahlo, una vita nella burrasca

Frida Kahlo, una vita nella burrasca

“Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più”. Sono le ultime parole scritte da Frida Kahlo sul suo diario, poco prima di spirare il 13 luglio 1954.

Frida Kahlo, 1932, in una delle foto scattate dal padre Guillermo Kahlo.

La figlia della rivoluzione

Frida Kahlo era nata a Coyoacán, Città del Messico, il 6 luglio 1907, ma a lei piaceva dire di essere nata nel 1910, non per un vezzo legato all’età, ma per il suo profondo legame con la rivoluzione messicana di quell’anno. La sua infanzia fu minata da problemi di salute: la famiglia era convinta che la figlia avesse contratto la poliomielite, ma in realtà la bambina era affetta da spina bifida, una malformazione a carico del midollo spinale. Nel 1922, decisa a diventare medico, si iscrisse alla Escuela Nacional preparatoria. In quella scuola cominciò a fare dei ritratti ai compagni e si legò ad un gruppo studentesco di sostenitori del socialismo nazionale chiamato i Cachuchas.

Un brusco cambiamento

Io e i miei pappagalli (1941)

La sua vita cambiò bruscamente il 17 settembre 1925, quando il pullman su cui viaggiava ebbe un tremendo incidente. Vittima di numerosissime e gravi fratture, Frida subì trentadue operazioni chirurgiche e fu costretta ad una lunga degenza a letto.

Durante la convalescenza cominciò a dipingere i suoi famosi autoritratti e quando si fu sufficientemente ristabilita decise di mostrare le sue opere al famoso pittore Diego Rivera, anche nell’ottica di aiutare economicamente la famiglia. L’artista rimase colpitissimo dalla tele di Frida e decise di inserirla nel mondo artistico e culturale messicano. Nel 1929 i due si sposarono, ma il matrimonio fu sempre burrascoso. Diego era costantemente infedele e in seguito anche la Kahlo ebbe diverse relazioni. Il matrimonio finì dieci anni dopo, quando Diego ebbe un affaire con la cognata, Cristina Kahlo. L’anno successivo, comunque, i due si sposarono nuovamente.

rida Kahlo con il marito Diego Rivera nel 1932

Orgoglio messicano

Nel frattempo lo stile pittorico di Frida si era sempre più evoluto e aveva tratto ispirazione da quello naïf di Diego e dall’arte precolombiana. L’identità messicana fu sempre una tema importantissimo per la Kahlo, non solo nei suoi quadri, ma anche nel suo modo di vestire, che si ispirava  al costume delle donne di Tehuantepec, una sorta di “società matriarcale”. Frida fu inoltre entusiasta sostenitrice del Partito Comunista, in cui militavano diverse donne propugnatrici dell’emancipazione femminile. Nel 1953 la pittrice fu tra i firmatari – insieme a personaggi come Sartre, Brecht e Picasso- della richiesta di grazia per i coniugi Rosenberg, comunisti americani condannati a morte per presunto spionaggio. Grazia che non arriverà mai. Nello stesso anno, Frida perse la gamba destra a causa di un’infezione. Nel 1954 fu portata via da un’embolia polmonare e le sue ceneri sono conservate nella sua Casa Azul, oggi sede del Museo Frida Kahlo.

 

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