
Rita Levi-Montalcini, pioniera della neuroscienza
Nata nel 1909 a Torino, Rita Levi-Montalcini proveniva da una famiglia ebrea benestante e colta. Suo padre, Adamo Levi, era un ingegnere elettrotecnico e matematico, mentre sua madre, Adele Montalcini, era una pittrice.
La giovinezza
Nonostante suo padre avesse una visione tradizionalista della donna, Rita manifestò fin da giovane una grande determinazione a studiare e a diventare medico. Decisa a seguire la sua passione, si iscrisse alla Facoltà di Medicina all’Università di Torino, dove si laureò nel 1936 con lode, specializzandosi in neurologia e psichiatria.
Con l’emanazione delle leggi razziali fasciste nel 1938, Levi-Montalcini, a causa delle sue origini ebraiche, fu costretta a lasciare l’università. Nonostante ciò, la sua determinazione non venne scalfita. Si organizzò per condurre ricerche in un laboratorio improvvisato nella sua camera da letto, studiando lo sviluppo del sistema nervoso nei polli embrionali. Anche sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, non smise mai di perseguire le sue ricerche, dimostrando un’incredibile resilienza e dedizione alla scienza.
Il dopoguerra
Dopo la guerra, Rita Levi-Montalcini si trasferì negli Stati Uniti, dove la sua carriera scientifica decollò. Nel 1952, durante il suo lavoro alla Washington University di St. Louis, scoprì il Nerve Growth Factor (NGF), una proteina cruciale per lo sviluppo e la sopravvivenza delle cellule nervose.
Questa scoperta rivoluzionò la comprensione del sistema nervoso e aprì nuove prospettive nella ricerca sulle malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer. Nel 1986, il suo contributo venne riconosciuto con il Premio Nobel per la Medicina, un traguardo che la consacrò come una delle scienziate più influenti del XX secolo.
La lotta per i diritti
La vita di Rita Levi-Montalcini fu profondamente segnata dal suo impegno non solo nella ricerca, ma anche nella promozione dell’educazione e dei diritti delle donne. Credeva fermamente nell’importanza di investire nelle giovani generazioni e fondò numerose istituzioni per sostenere la formazione scientifica, specialmente per le donne in Africa.
La sua instancabile attività sociale e culturale la portò a essere nominata Senatrice a vita nel 2001, un riconoscimento per il suo straordinario contributo alla scienza e alla società.
Una preziosa eredità
Durante la sua lunga vita, che si concluse nel 2012 all’età di 103 anni, Rita Levi-Montalcini scrisse numerosi libri divulgativi e continuò a seguire le sue ricerche, lavorando fino agli ultimi giorni. Credeva fermamente nella capacità dell’essere umano di migliorare il mondo attraverso la conoscenza e l’educazione. La sua eredità vive oggi nelle numerose istituzioni scientifiche e culturali che portano avanti il suo lavoro, e nelle generazioni di scienziati e scienziate che ha ispirato.
Rita Levi-Montalcini non fu solo una pioniera della neuroscienza, ma anche un simbolo di resistenza e forza di volontà, una donna che superò le barriere imposte dalla società del suo tempo per affermarsi come una delle menti più brillanti della scienza moderna.