Dieci gioielli del Romanico Abruzzese
Il romanico abruzzese è una corrente artistica che ha trovato la sua massima espressione nell’architettura sacra. Ho raccolto qui una lista – del tutto arbitraria – di dieci splendidi esempi.
San Liberatore a Majella (Serramonacesca, PE)
La costruzione dell’attuale abbazia romanica, che ha sostituito la precedente del IX secolo, prese il via nell’anno 1007 per volere del monaco Teobaldo, prima frate e poi abate di Montecassino, che alla fine della sua vita decise proprio di farsi seppellire a San Liberatore.
L’abbazia, immersa nel verde della valle dell’Alento, ospita due cicli di affreschi medievali risalenti ad epoche diverse, che purtroppo sono stati gravemente danneggiati a causa della lunga assenza di un tetto.
San Clemente a Casauria (Castiglione a Casauria, PE)
Costruita nell’871 per volere dell’imperatore Ludovico II, pronipote di Carlo Magno, era inizialmente dedicata alla Santissima Trinità, ma nell’872 vi vennero traslate le reliquie di papa Clemente I – poi trasferite a San Clemente al Laterano di Roma.
L’interno è suddiviso in tre navate e sotto il presbiterio si trova la cripta. Bellissimi sono l’ambone – da cui si leggevano le sacre scritture – e il ciborio –baldacchino che sovrasta l’altare – riccamente istoriati.
Santa Maria Assunta Di Bominaco (Caporciano, AQ)
Il complesso iniziale fu edificato nella zona in cui, secondo la tradizione, San Pellegrino fu martirizzato e risale probabilmente all’VIII secolo. La chiesa attuale, in stile romanico, non ha una datazione certa, ma sappiamo che è precedente al 1180, data riportata sul pulpito.
Esistono diversi documenti storici che menzionano la chiesa col nome di “ecclesia sancti Peregrini”. L’edificio fu dedicato alla Madonna nel 1093 e in seguito a tale cambiamento fu costruito l’oratorio da dedicare a San Pellegrino.
San Giovanni in Venere (Fossacesia, CH)
La chiesa e il complesso monastico annesso prendono il nome da un tempio dell’80 a.C. dedicato a Venere Conciliatrice, sui cu resti – con ogni probabilità – è stato costruito l’attuale luogo di culto. In aggiunta sotto l’Abbazia è ubicata la “Fonte di Venere”, una fontana romana presso cui si recavano ad attingere l’acqua le donne che desideravano un figlio.
I primi documenti che parlano dell’edificio risalgono all’829 d.C., ma gli scavi archeologici hanno riportato alla luce dei resti e delle sepolture precedenti.
Santa Maria in Valle Porclaneta (Magliano de’ Marsi, AQ)
Edificato nella prima metà dell’XI secolo, l’edificio fu realizzato da un maestro di nome Nicolò, la cui tomba si trova nella navata destra. Il nome della valle, Porclaneta, ha origine incerta e potrebbe derivare dall’ebraico (baratro), dal greco (manto di tufo) oppure dalla divinità pagana Porcifer, che proteggeva boschi.
All’interno della chiesa sono presenti un ambone di straordinaria fattura scolpito con influenze orientali e bizantine, e un ciborio, entrambi realizzati nel 1150 dai maestri Roberto e Nicodemo.
San Pietro in Albe (Massa d’Albe, AQ)
La chiesa di San Pietro in Albe sorse sui resti tempio di Apollo e assunse un aspetto analogo a quello romanico che vediamo oggi nel 1200. Dico analogo perché l’edificio fu distrutto dal terremoto del 1915 e ricostruito negli anni Cinquanta utilizzando quasi esclusivamente componenti originali.
La chiesa ha tre navate e ospita un ambone duecentesco in stile cosmatesco, un tipo di decorazione con mosaici di marmo e vetro di ispirazione bizantina.
Basilica Concattedrale di Maria Assunta (Atri, TE)
La nuova cattedrale sorse nel 1223; in quel periodo si era nel pieno degli scontri tra guelfi e ghibellini e Atri parteggiò all’inizio per i ghibellini, poi per la vincitrice parte guelfa. Papa Innocenzo IV premiò la città facendola diventare un libero comune e creando la diocesi di Atri.
La chiesa venne elevata a cattedrale, tuttavia fu necessario ricostruirla perché minacciava di crollare e fu completato alla fine del XIII secolo e consacrata a Santa Maria Assunta.
San Pietro ad Oratorium (Capestrano, AQ)
Fu fondata nell’VII secolo per volere del re longobardo Desiderio. Al tempo la chiesa si chiamava a “San Pietro in Trite” e dipendeva dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno. L’edificio venne ricostruito in stile romanico intorno al 1100 e quando esso fu consacrato da Papa Pasquale II vi furono poste delle reliquie di San Pietro.
Una particolarità di questa abbazia è la presenza sulla parete esterna di quello che viene chiamato quadrato magico o quadrato del Sator, ossia dell’iscrizione «ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR» che rimane identica leggendola in ogni verso.
Santa Maria di Propezzano (Morro d’Oro, TE)
Edificata, secondo la tradizione, in onore di un’apparizione della Madonna il 10 maggio 715, la chiesa di Santa Maria di Propezzano appartiene all’itinerario turistico della Valle delle Abbazie. La parte più antica dell’edifico che è arrivata fino a noi risale al IX secolo e al tempo era costituita da una chiesa a navata unica.
Una delle particolarità di questa chiesa è la presenza di un piccolo portico che aveva le funzioni di nartece, ossia di ospitare catecumeni e pubblici penitenti.
Santa Maria ad Cryptas (Fossa, AQ)
La sua costruzione iniziò nel IX o X secolo d.C., insieme a quella della cripta da cui prende il nome. Su quell’antica struttura, circa quattrocento anni dopo, è stata edificata l’attuale chiesa in stile romanico, utilizzando anche resti provenienti dalla città romana di Aveia. L’interno ospita uno straordinario ciclo di affreschi.