Chichén Itzá – Le meraviglie moderne
La meraviglia di oggi è davvero lontana, non solo nel tempo ma anche nello spazio, almeno per le nostre latitudini: Chichén Itzá in Messico.
La piramide
Chichén Itzá è un complesso archeologico imponente, non lontano da mete turistiche come Cancun e Merida. La costruzione più famosa del sito è probabilmente la piramide a gradoni di Kukulkan, nome con cui i Maya chiamavano Quetzalcoatl, dio tra i più importanti del pantheon dell’antica Mesoamerica, dalla forma di serpente piumato.
La piramide, che aveva la funzione di tempio, è chiamata anche El Castillo ed è costruita rispettando i punti cardinali: ogni spigolo ne indica uno. Non solo, agli equinozi di primavera e d’autunno, al calare e al sorgere del sole, gli angoli della piramide proiettano un’ombra a forma di serpente piumato, Kukulkan appunto, lungo la scalinata nord.
Il complesso, dal 1988 bene del Patrimonio Unesco, vanta diversi edifici costruiti tra il 500 e il 1500. La città sorge presso due “cenotes”, larghi e profondi pozzi naturali, e da qui deriva anche il nome, che vuol dire pressappoco “Alla bocca del pozzo degli Itza”. Gli Itza erano un gruppo etnico affiliato ai Maya.
Il declino
Il declino iniziò nel 1221, al culmine di una guerra civile, ma Chichén Itzá non fu mai del tutto abbandonata, tanto che, quando nel 1531 lo spagnolo Francisco de Montejo conquistò il luogo con l’intento di farne la capitale dello Yucatán spagnolo, una rivolta dei nativi lo costrinse alla fuga.
La riscoperta di Chichén Itzá avvenne grazie all’esploratore statunitense John Lloyd Stephens nel 1843, che viaggiava in compagnia dell’architetto Frederick Catherwood. I due iniziarono la loro esplorazione del Mesoamerica nel 1841 partendo da Copan, nell’attuale Honduras, che li colpì profondamente. Stephens ipotizzò che il sito fosse stato edificato da una popolazione la cui memoria si era ormai perduta e continuò le sue ricerche negli anni successivi.
I monumenti
Oltre alla celeberrima piramide, altri monumenti importanti sono il Tempio dei Guerrieri, una larga piramide a gradoni con file di colonne intagliate raffiguranti guerrieri nella parte antistante e sui lati; il campo per il gioco della palla (ce ne sono sette), un simpatico sport antenato dei nostri dove spesso la squadra perdente veniva destinata a sacrifici umani – roba che al confronto il calcio storico fiorentino sembra il club del punto croce; il Complesso des Las Monjas, considerato una delle più raffinate strutture di Chichén Itzá.
Spettacolare è El Caracol, un osservatorio astronomico, con le porte allineate con la posizione del sole all’equinozio di primavera. Sono presenti molti altri edifici, ma una menzione particolare spetta alla spettacolare Sala delle Mille Colonne.
Stupisce pensare come una civiltà completamente avulsa da quelle di qua dall’oceano fosse giunta a costruire strutture molto simili alle piramidi egizie o ai templi antichi diffusi nel Mediterraneo, come desta stupore che lo facessero in un’epoca tanto successiva.
Chichén Itzá è oggi una località turistica molto gettonata, la seconda in assoluto in Messico per numero di visitatori e ben degna di essere considerata una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno.