Petra – Le meraviglie moderne
Negli scorsi articoli abbiamo analizzato le sette meraviglie del mondo antico, sapevate che da qualche anno sono state scelte le sette meraviglie del mondo moderno?
L’idea
Come accade spesso alle idee semplici, fino al 2000 non ci aveva pensato nessuno: è il giornalista Bernard Weber che, in occasione delle Olimpiadi di Sydney di quell’anno, ha la geniale idea. Pensando di fare una cosa semplice semplice, lancia un sondaggio su internet, all’epoca poco più che una bizzarra novità.
Il successo è talmente vasto che il semplice si complica: dai 17 monumenti proposti da Weber si passa a oltre 150, la chiusura è posticipata più volte e c’è bisogno di un cervellotico regolamento. Insomma, arriva la burocrazia e le nuove meraviglie, dopo infinite polemiche sui metodi di voto, vengono annunciate nella data simbolica del 7/7/2007, dopo ben sette anni, giusto per restare in tema.
Senza svelarle tutte, come da tradizione partiamo dalla più antica, la splendida Petra, risalente al IV secolo a.c.
Petra
La storia del sito, ubicato nell’attuale Giordania, è antichissima e vede il suo massimo splendore grazie ai Nabatei, una popolazione nomade araba. Siamo abituati a collegare gli arabi all’Islam, ma all’epoca i Nabatei adorano ancora gli antichi dèi arabi e sono abilissimi sia nell’arte della ceramica che nel commercio.
Le peripezie di Petra sono infinite e coinvolgono i grandi nomi di quei secoli, dagli Assiri di Nabucodonosor alla Persia di Ciro il Grande. I Nabatei, tra le varie dominazioni, riescono a mantenere a lungo un’indipendenza più o meno di fatto, come quando corrompono Roma, nella figura di Pompeo, con una vagonata d’argento.
In miracoloso equilibrio tra i Parti e i Romani, alleati di Erode il Grande, i Nabatei fanno bei soldi per secoli approfittando della posizione strategica che permette commerci e una lucrosa attività doganale. Nel 106, però, Petra diventa definitivamente romana grazie a Traiano. Adriano la visita e la città per un po’ si chiamerà Petra Hadriana.
Sotto l’egida di Roma
La conquista romana è croce e delizia per Petra: la pace è garantita, ma le vie commerciali romane sono diverse e ne decretano la perdita di centralità. Nel 363 un devastante terremoto dà il colpo di grazia alla città, che da allora perde d’importanza e viene rimpallata tra islamici e crociati, fino all’abbandono intorno al XIII secolo.
La riscoperta è del 1812, quando Johann Ludwig Burckhardt, un viaggiatore svizzero che, fingendosi arabo, si fa chiamare Sheykh Ibrahim, racconta di questa favolosa città scavata tra roccia e sabbie e di cui si dice sia popolata da demoni. Da allora le missioni archeologiche si susseguono fino ai giorni nostri, ma è solo negli ultimi decenni che Petra acquista la fama di meraviglia che sorge come un miraggio nel deserto.
Una meraviglia indiscutibile
Una meraviglia, a ben vedere, anche un po’ macabra: pochi lo sanno, ma dei circa 800 monumenti di Petra, ben 500 sono tombe. Il luogo simbolo, El Khasneh al Faroun, celeberrimo per la bellissima facciata in stile ellenista scavata nella roccia, è a sua volta un monumento funerario.
A Petra si susseguono le meraviglie per gli amanti dell’antichità, rese familiari anche da documentari e massiccio utilizzo in film e serie Tv. Ci sono le tombe reali, antichi templi, rovine romane con tanto di vie colonnate, cardo e decumano, chiese bizantine ornate da strepitosi mosaici e il Monastero (al-Deir), anch’esso scavato nella roccia con una facciata ellenistica che riprende lo stile di El Khasneh.
E se le votazioni per le nuove meraviglie hanno causato tante polemiche, con la scelta di Petra non si può non essere d’accordo.