Il villaggio neolitico di Ripoli 

Il villaggio neolitico di Ripoli 

22 Maggio 2024 Off di Anna Maria Pierdomenico

L’Abruzzo è molto ricco non solo di siti archeologici, castelli e antiche abbazie, ma anche di ritrovamenti risalenti a Neolitico (8000 a.C. – 3500 a.C. circa).

La “Cultura di Ripoli”

Tra i principali possiamo ricordare il Villaggio di Ripoli (Corropoli, TE), vicino al torrente Vibrata. I primi scavi risalgono al 1870 e portarono alla luce un sito divenuto noto come la culla della “Cultura di Ripoli”, ossia una cultura particolarmente sviluppata nella lavorazione della pietra e della ceramica, dedita anche a tessitura, agricoltura e allevamento.

Era evoluto anche il commercio, tanto che in altri luoghi sulla sponda opposta del Mediterraneo sono stati recuperati molti frammenti della ceramica prodotta nel villaggio.

Gli scavi

All’interno della necropoli, costituita da grandi fosse comuni in cui i corpi venivano inumati in posizione fetale, nel 1913 venne rinvenuta la tomba di una donna sepolta con il cane: ciò dimostra ulteriormente che nel villaggio era già sviluppata una delle innovazioni del Neolitico: la domesticazione degli animali. Dopo la metà del Novecento vennero scoperte ventidue capanne, al cui interno sono stati rinvenuti punteruoli, punte di freccia, monili e ceramiche decorate con motivi geometrici.

L’analisi di questi reperti ha permesso di stabilire che l’agglomerato rimase in vita per circa 500 anni (in un periodo tra il 5200 e il 4000 a.C.). Nello stesso sito sono stati anche trovati i resti di un pasto dei primi gruppi di cacciatori-raccoglitori d’Abruzzo (Mesolitico, 8500 a.C.). I reperti sono conservati in gran arte nel Museo Civico Archeologico di Teramo, ma attualmente è in allestimento il Polo culturale di Ripoli in cui saranno trasferiti.

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