Jacques De Molay, l’ultimo gran maestro dei Templari
Il 18 marzo 1314 moriva sul rogo Jacques De Molay, ultimo Gran Maestro dei Templari.
L’ascesa e caduta
Jacques nacque tra il 1244 e il 1249. Il luogo della sua nascita è incerto e per tradizione è stata designata sua città natale una Molay presso Besançon.
De Molay si unì ai templari nel 1265 e insieme a loro si recò in Terra santa.
Nel 1285 Jacques divenne conte di San Giovanni d’Acri, ma non poté partecipare alla difesa della città durante l’assedio del 1291 che segnò la fine delle Crociate in Oriente e il crollo del regno di Gerusalemme. Dal 1294 divenne capo dell’ordine, in cui da tempo voleva introdurre cambiamenti.
Venerdì 13
Venerdì 13 ottobre 1307 Filippo il bello, con il beneplacito del Papa, scatenò la sua furia contro i Templari, accusandoli di blasfemia e sodomia ed eresia. A tutti i balivi e siniscalchi del regno venne dato l’ordine, con l’imposizione di tacere fino al giorno stabilito, di arrestare tutti i templari presenti sul territorio francese e sequestrarne i beni.La manovra, mirabile per efficienza e segretezza per quei tempi, portò alla cattura simultanea di 546 cavalieri e da quel momento venerdì 13 divenne simbolo e metafora di “grande sciagura” e sfortuna.
Le due maggiori prede di Filippo il Bello furono l’immenso tesoro dei cavalieri e il Gran Maestro Jacques de Molay. Jacques fu processato, torturato e condannato alla prigione a vita. In seguitò ritrattò ciò che aveva confessato durante il supplizio e venne arso insieme al compagno di prigionia Geoffrey de Charnay.
La maledizione
La tradizione vuole che De Molay, prima di ardere sul rogo, abbia maledetto i suoi aguzzini e l’intera casa reale di Francia. Il fatto che sia Filippo il bello che il pontefice siano deceduti prima della fine del 1314 e la morte dei sovrani di Francia con la rivoluzione del 1789 hanno alimentato il mito dell’anatema lanciato dal Gran Maestro.
Il luogo dell’esecuzione è ancora oggi ricordato da un lapide, posta sul lato occidentale del Pont Neuf sulla Île de la Cité di Parigi.
Jacques de Molay e i suoi templari sono al centro degli eventi narrati ne “Il pendolo di Foucault” di Umberto Eco.