Francavilla al Mare: il grande Albergo Bagni e il P-38 inabissato
Francavilla al Mare è una cittadina balneare della provincia di Chieti, che lega il suo nome al celebre Cenacolo di Artisti costituito verso la fine del XIX secolo. Meno noti sono forse le storie de “Il grande Albergo Bagni”, sontuoso hotel degli anni ’20, e del caccia P-38 inabissatosi durante la seconda guerra mondiale.
Il grande Albergo Bagni di Francavilla al Mare
La vocazione di cittadina turistica di Francavilla al Mare (CH) affonda le radici in un secolo di storia ed ha avuto uno dei suoi pionieri in Giuseppe Forconi. Giuseppe intuì il potenziale del luogo e diede il via ad un’opera faraonica. Nel 1924 acquistò la villa che era stata dell’onorevole Emilio Giampietro e la trasformò in un hotel sofisticato e all’avanguardia.
Inaugurato nel 1926, Il grande Albergo Bagni poteva vantare 70 stanze con acqua corrente e offriva ai suoi danarosi clienti l’accesso al mare, cabine sulla spiaggia, cure elioterapiche, grandi terrazze panoramiche, un ristorante all’aperto, saloni da pranzo e da ballo. In estate il giardino diveniva anche scenario di concerti di varie orchestre, oltre che luogo di divertimento per i più piccoli.
L’albergo non tardò ad attirare personaggi del “bel mondo”, divenendo meta per politici – pare che ne sia stato ospite anche re Umberto II – artisti e famiglie romane abbienti. Fino alla metà degli anni ’30 l’hotel rimase un’importante struttura di villeggiatura, ma in seguito cominciarono a sentirsi gli effetti della crisi economica.
Agli albergatori furono promessi degli aiuti, ma la guerra pose fine a tutto. L’area su cui sorgeva l’opera dell’ingegner Forconi corrisponde indicativamente con quella ora occupata da un gruppo di edifici situati tra Viale Nettuno e lungomare, all’incirca all’altezza della stazione ferroviaria. Dell’albergo, a causa dei bombardamenti subiti durante la guerra, rimangono poche ma significative tracce. A dispetto delle esplosioni è infatti sopravvissuto un cancello, ancora orgogliosamente in piedi, a guardia del complesso di palazzine a cui appartiene.
Il caccia P-38 inabissato a Francavilla (di Andrea La Rovere)
Tanti di voi, passeggiando per Francavilla al Mare, si saranno imbattuti in un curioso monumento costituito dal motore e dall’elica di un vecchio aereo, posto nei pressi della Sirena. Oggi il cippo è stato spostato, in attesa di ricollocazione, ma la sua storia è molto suggestiva.
L’elica proviene da un P-38, un caccia americano impiegato durante la Seconda Guerra Mondiale; fino agli anni ’80 il relitto, in perfette condizioni, era visibile a chi vi si avvicinasse, all’altezza dell’attuale pontile. Durante dei lavori fu tentato il recupero, ma l’aereo fu irrimediabilmente distrutto. Ma come era giunto lì?
Dobbiamo tornare al 20 aprile del 1944, quando il velivolo era impegnato in una missione in Veneto: pilotato dal 23enne Cyril Nolen, faceva da scorta ai bombardieri B-17.
Il bombardamento fallì per il maltempo, e gli ordigni vennero scaricati in mare; Nolen, durante il ritorno alla base di Salsola (FG), venne colpito dalla contraerea nazista. Con un solo motore arrivò a Francavilla, dove anche il propulsore sopravvissuto lo abbandonò. Il giovane pilota dovette ammarare e lo fece con successo: l’aereo ne uscì intatto.
Catturato dai tedeschi, dopo un avventuroso viaggio in cui rischiò la vita più volte, fu destinato nello Stalag Luft3, un campo di prigionia vicino a Berlino; Nolen, dopo numerosi tentativi, riuscì a fuggire e a riunirsi alle truppe americane.
Dopo la guerra Nolan continuò a volare sia per l’esercito che privatamente, scomparendo nel 1998 a New York.
La sua disavventura ha regalato a tanti giovani di Francavilla il brivido della scoperta, quando bastava un pattino per raggiungere il relitto arenato tra i flutti.