Emilio Salgari, il padre italiano dell’avventura

Emilio Salgari, il padre italiano dell’avventura

8 Settembre 2021 0 di Anna Maria Pierdomenico
Emilio Salgari, ricordato soprattutto per essere il “padre” di personaggi immortali come Sandokan, il Corsaro Nero e Tremal Naik, fu autore di più di 80 romanzi.

Gli esordi

Nato il 21 agosto 1892 a Verona, crebbe in Valpolicella. Nel 1878 iniziò a frequentare  il Regio Istituto Tecnico e Nautico di Venezia, ma in seguito interruppe il percorso di studi e si dedicò al giornalismo.
La sua prima opera pubblicata fu un racconto, “I selvaggi della Papuasia” (1882). Nel 1883 pubblicò a puntate sul giornale veronese “La nuova Arena” il romanzo “Tay-See”, seguito sullo stesso giornale da “La tigre della Malesia”, che riscosse un notevole successo, ma non diede alcun ritorno economico significativo.

Emilio Salgari

Il Corsaro Nero

Nel 1897 l’editore Anton Donath lo convinse a trasferirsi a Genova con la famiglia e durante il soggiorno ligure scrisse “Il Corsaro Nero”, considerato il suo capolavoro.
Nel 1900 Emilio Salgari si trasferì a Torino e nella biblioteca civica centrale poté trovare mappe e racconti di viaggi esotici che costituirono la base e lo spunto per le sue storie. Tra il 1892 e il 1898 pubblicò circa una trentina di opere.
Il 3 aprile 1897, su proposta della regina d’Italia Margherita di Savoia, Salgàri venne insignito dalla Real Casa del titolo di “Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia”.

Molti impegni e poco riconoscimento

Nonostante questo dovette affrontare gravissimi problemi economici, aggravati dai problemi mentali della moglie che dovette far internare.
I contratti di lavoro obbligarono Emilio Salgari a scrivere tre libri l’anno e contemporaneamente dirigeva un periodico di viaggi. Nonostante la mole di lavoro era sottopagato e poco considerato dai circoli intellettuali e ciò, unito ai problemi familiari gli causò un esaurimento nervoso.

Il suicidio

Sempre più depresso, nel 1909 tentò per la prima volta il suicidio, gettandosi sopra una spada, ma venne salvato in tempo dalla figlia Fatima. Sempre più disperato, 25 aprile del 1911, Emilio Salgari lasciò sul tavolo tre lettere e uscì dalla sua casa prendendo il suo solito tram con in tasca un rasoio.
Il suo corpo, col ventre e la gola squarciati in modo simile al seppuku giapponese – una forma di suicidio rituale –  fu ritrovato nella zona collinare che sovrasta il corso Casale di Torino, dove con la famiglia andava solitamente a fare i pic-nic.
Rendiamo onore oggi a questo straordinario scrittore che non ha avuto in vita la considerazione che meritava, con una carrellata di alcuni dei suoi romanzi più famosi.

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