Amelia Earhart, la pioniera del volo
Amelia Earhart è stata una pioniera del volo, nota per le sue molteplici imprese e per la sua misteriosa sparizione.
Amore a prima vista
Amelia Earhart nasce il 24 luglio del 1897 ad Atchison, in Kansas. Nel 1915 comincia a studiare da infermiera e ciò la porta a lavorare in un ospedale militare durante la Grande Guerra.
Nel 1920, durante un raduno aeronautico, sale per la prima volta a bordo di un biplano ed è amore a prima vista, così decide di prendere lezioni di volo.
Nell’aprile del 1928 le viene proposto di di essere la prima donna ad attraversare l’Atlantico e il 17 giugno Amelia decolla a bordo di un Fokker F.VI insieme al pilota Stultz e al co-pilota e meccanico Gordon.
La donna dei record
L’8 aprile 1931 stabilisce il record mondiale di altitudine e il 21 maggio 1932, seconda dopo Lindberg, conclude trasvolata atlantica in solitaria.
Pochi mesi dopo diviene la prima donna ad attraversare in volo senza scalo sia gli Stati Uniti che il Pacifico. Il passo successivo sarà, ovviamente, il giro del mondo.
Il primo tentativo, il 17 marzo 1937, fallisce per problemi tecnici. Amelia Earhart e il suo copilota, Fred Noonan, ripartono il primo giugno sull’aereo Electra, decisi a seguire la rotta equatoriale di 47000 km. Da Miami, dopo vari scali, arrivano a Lae, in Nuova Guinea, il 29 giugno 1937. A quel punto, per completare l’impresa mancano 10000 km di Oceano Pacifico.
Howland
La destinazione della Earhart e di Noonan è Howland, una striscia di terra vicino a cui staziona un’imbarcazione della Guardia costiera statunitense che ha l’incarico di comunicare con l’aereo e di guidarlo.
La mattina del 2 luglio 1937 Amelia comunica alla nave che hanno problemi a ritrovarla e che il carburante si sta esaurendo. A nulla valgono i tentativi di comunicare la posizione all’Electra: l’aereo sparisce nel nulla.
I soccorsi scattano immediatamente, ma non danno alcun risultato. Il marito di Amelia non si arrende e continua a cercarla, ma inutilmente. La donna sarà dichiarata legalmente morta nel 5 gennaio 1939.
Dov’è Amelia Earhart?
Il fatto che Amelia Earhart, Noonan e il velivolo siano scomparsi senza lasciare traccia ha dato adito a decine di teorie. Nel 2008 il National Geographic ha ipotizzato che la donna sia stata presa prigioniera dai Giapponesi e sia morta nelle loro mani. Nel 2017 History Channel trasmise una foto in bianco e nero di Amelia e del suo copilota scattata nelle isole Marshall, ma la veridicità dell’immagine è stata screditata in quanto precedente alla scomparsa.
Per trovare – forse – il bandolo della matassa dobbiamo tornare però al 1940, quando l’ufficiale britannico Gerald Gallagher rinvenne uno scheletro e un sestante nella punta sudorientale dell’isola disabitata di Gardner Island (oggi Nikumaroro, nel Kiribati). I resti furono inviati alle Fiji e le autorità britanniche conclusero che appartenevano ad un uomo. Nel 1998 un team di antropologi forensi riesaminò le misure (le ossa sono andate perdute) e arrivò invece alla conclusione che lo scheletro appartenesse ad una donna di origine nord europea. Nel 2007 una spedizione del Tighar (un gruppo internazionale per il recupero di veicoli storici) visitò Nikumaroro alla ricerca di parti dell’aereo e DNA degli scomparsi e rinvenne diversi manufatti. Poi nel 2012 venne data la notizia, confermata da un video, della presenza delle componenti di un velivolo nelle acque antistanti l’isola.
Un mistero – molto probabilmente – risolto
Il Tighar a questo punto punto ipotizzò che Amelia e Noonan, dopo avere proseguito per oltre de ore sulla rotta indicata nell’ultima comunicazione, fossero atterrati sulla barriera corallina e avessero poi perso la vita. Ulteriore conferma a questa teoria è giunta l’8 marzo 2018, quando una nuova analisi pubblicata sulla rivista Forensic Anthropology ha stabilito che i resti trovati nel 1940 sull’isola di Nikumaroro appartengono ad Amelia Earhart.
Con ogni probabilità quel giorno è stato risolto un enigma vecchio di 80 anni.
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