Clitemnestra, la madre vendicatrice
“𝑰𝒐 𝒎𝒊 𝒗𝒂𝒏𝒕𝒐, 𝒆 𝒔𝒆 𝒇𝒐𝒔𝒔𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒎𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒇𝒂𝒓𝒆 𝒇𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒔𝒖 𝒖𝒏 𝒎𝒐𝒓𝒕𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒔𝒂𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒈𝒊𝒖𝒔𝒕𝒐, 𝒂𝒏𝒛𝒊 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒈𝒊𝒖𝒔𝒕𝒐, 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊 𝒊 𝒄𝒓𝒊𝒎𝒊𝒏𝒊 𝒅𝒊 𝒄𝒖𝒊 𝒊𝒍 𝒑𝒂𝒍𝒂𝒛𝒛𝒐 𝒆̀ 𝒑𝒊𝒆𝒏𝒐 𝒂 𝒄𝒂𝒖𝒔𝒂 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕’𝒖𝒐𝒎𝒐 (…) 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒂𝒄𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒐̀ 𝒍𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊𝒂 𝒇𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂, 𝒄𝒂𝒓𝒊𝒔𝒔𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒐𝒈𝒍𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒎𝒆.”
Leda e il cigno
Un giorno Zeus vide una splendida donna bagnarsi ad una fonte e ne rimase stregato. Come spesso amava fare, per avvicinarla ricorse ad una trasformazione e prese le sembianze di un cigno. Il signore degli dei riuscì a sedurre la bella fanciulla, che altri non era che Leda, moglie di Tindaro e regina di Sparta. Dalla loro unione nacquero Elena e Polluce, mentre dal marito Leda ebbe Castore e Clitemnestra (o Clitennestra).
Un giorno Tindaro, durante un sacrificio, dimenticò di onorare Afrodite, che si vendicò maledicendo Elena e Clitemnestra: avrebbero sposato più di un uomo e avrebbero sofferto per mano dei consorti.
In prime nozze Clitemnestra sposò Tantalo ed ebbe un figlio, ma ben presto marito e figlio furono assassinati da Agamennone, che la reclamò come sposa. Dalla coppia nacquero Oreste, Ifigenia, Elettra e Crisotemi.
Clitemnestra e Agammenone
Anni dopo, al momento di partire per guerra di Troia, re Agamennone e la sua flotta vennero bloccati da venti contrari. Gli oracoli, interrogati, furono chiari: bisognava sacrificare Ifigenia alla dea Artemide. Il re sapeva bene che Clitemnestra avrebbe fatto di tutto per salvare la figlia, quindi mandò da lei Odisseo, per riferirle che Ifigenia sarebbe stata data in sposa ad Achille. La regina a questo punto affidò la figlia al re Itaca, che la condusse dal padre e verso la morte.
Il sacrificio di Ifigenia
Esistono due versioni del destino di Ifigenia. Secondo la prima, Artemide, vedendo la fanciulla reclina sull’altare, venne mossa a pietà, la sostituì con un una cerva e la portò via con sé. Clitemnestra tuttavia seppe mai che la figlia si era salvata. Secondo l’altra versione, il delitto venne consumato e Ifigenia immolata. In entrambi i casi venti tornarono favorevoli e Agamennone partì per la guerra di Troia.
Clitemnestra, informata della morte della figlia, giurò vendetta e, fedele al detto per cui la vendetta è un piatto che va gustato freddo, attese con pazienza il ritorno del marito. In questa attesa non era sola, c’era con lei l’uomo che divenne il suo amante: Egisto.
Neppure Agamennone era solo quando dieci anni dopo tornò nella sua reggia, con lui c’era la sua schiava, la principessa Cassandra. Lei, che aveva il dono della profezia, cercò di avvisarlo del pericolo, ma il dio Apollo l’aveva condannata a non essere mai creduta.
La vendetta
Il re venne accolto da Clitemnestra con grandi festeggiamenti, ma al momento opportuno la regina ed Egisto uccisero lui e l’incolpevole Cassandra.
La vicenda si chiuse in un cerchio crudele: Clitemnestra, Egisto e la figlia che avevano avuto vennero trucidati da Oreste, ben deciso a vendicare il padre. Per il matricidio, il giovane venne condannato ad essere perseguitato dalle Furie e per espiare le sue colpe dovette peregrinare a lungo, ma di questo parleremo in futuro.