Edward Jenner, il padre dell’immunizzazione
Edward Jenner, il padre dell’immunizzazione, effettuò il primo vaccino contro il vaiolo il 14 maggio 1796. Grazie ad esso e alla sua applicazione a macchia d’olio il numero di contagiati scese drasticamente e la malattia risulta ora eradicata.
La variolizzazione
Edward Jenner nacque a Berkeley il 17 maggio 1749 e fu istruito secondo un’educazione classica. Rimasto orfano in giovane età fu mandato a studiare presso la scuola di grammatica di Cirencester.
In seguito fece richiesta ad Oxford, ma la sua domanda venne rifiutata a causa delle sue condizioni di salute: ammalatosi di vaiolo qualche anno prima, Edward era riuscito a salvarsi, ma il suo fisico ne era uscito minato. Deciso comunque a diventare medico andò a studiare presso il dottor Ludlow, da cui imparò la professione.
A ventuno anni Jenner si recò a Londra per apprendere la pratica ospedaliera da John Hunter, ex chirurgo dell’esercito e fratello del titolare di quella che era ritenuta la migliore scuola di anatomia al mondo. Dal suo pigmalione Edward imparò l’importanza dell’osservazione e a non accanirsi con cure che non davano alcun risultato.
Tornato a Berkeley si dedicò non solo alla professione di medico, ma anche a studi sul tartaro emetico e sull’etologia del cuculo.
Una geniale intuizione
Il grande apporto alla scienza da parte di Jenner riguarda però quella che era una vera e proprio emergenza sanitaria del suo tempo: il vaiolo, che uccideva circa il 20-30% dei malati e lasciava orribili cicatrici sui guariti. Solo a Londra morivano circa 3000 persone l’anno e in tutta l’Inghilterra 40000. Allora come protezione dal contagio si ricorreva alla variolizzazione (inoculazione del materiale prelevato dalle croste di pazienti non gravi), ma era un metodo rischioso e poco efficace.
Il lampo di genio venne a Jenner osservando che gli allevatori di bovini ed equini non si ammalavano. In seguito ai suoi studi Jenner distinse tre forme di vaiolo: lo smallpox (che colpiva gli esseri umani), il cow-pox (che colpiva le mucche da latte e contagiava i mungitori) e il grease (che colpiva i cavalli).
I lavoranti che contraevano cow-pox dalle mucche avevano solo lesioni sulle mani, guarivano senza conseguenze e non si ammalavano di small-pox. Jenner dedusse che si potevano immunizzare le persone dal vaiolo umano iniettando loro quello bovino. Gli esperimenti gli diedero ragione.
La diffusione del vaccino
Edward Jenner, in risposta all’iniziale scetticismo della Royal Society, scrisse An Inquiry Into Causes and Effects of the Variolæ Vaccinæ, in cui descriveva 23 casi in cui l’inoculazione del cow-pox aveva significato un’immunizzazione contro lo smallpox, che al massimo si presentava in forma lieve.
In questo documento, per la prima volta nella storia venne utilizzato il termine Virus.
In breve l’inoculazione jenneriana si diffuse in tutto il mondo e in virtù del fatto che la scoperta aveva coinvolto le mucche venne in seguito coniato il temine “vaccino”.
Nel 1800 a Berlino venne fondata la Royal Vaccine Institution e nel 1820 il vaccino aveva già fatto il giro di tutto il mondo. Napoleone, che all’epoca era in guerra con la Gran Bretagna, fece vaccinare tutte le sue truppe francesi, assegnò a Edward Jenner una medaglia e su richiesta del medico liberò due prigionieri di guerra inglesi. Per usare le parole dello stesso Bonaparte, non si poteva rifiutare nulla a uno dei più grandi benefattori dell’umanità.
Jenner, trasferitosi a Londra, divenne una delle personalità più importanti del suo tempo e fu osannato anche dalla famiglia reale, ma la fortuna era destinata ad abbandonarlo. La moglie si ammalò di tubercolosi e dopo il ritorno a Berkeley una serie di lutti funestò la sua famiglia.
Edward Jenner morì il 26 gennaio 1823. A lui dobbiamo la geniale intuizione che una forma “poco aggressiva” di un virus o un batterio può salvarci da quelle letali.
Sulla vicenda ho scritto un racconto qualche tempo fa: Io ti ucciderò