Isadora Duncan verso la gloria
Il 27 maggio 1877 nasceva a San Francisco Isadora Duncan, pioniera della danza moderna dalla vita tormentata e drammatica.
L’esordio
Il suo esordio sulle scene fu proprio negli Stati Uniti, dove il suo stile tuttavia non fu apprezzato. Nel 1900 Isadora Duncan debuttò a Londra e quella fu la prima di una serie esibizioni in Europa che le valsero l’ammirazione di molti artisti e intellettuali dell’epoca.
Isadora fu artefice di un rivoluzionario cambiamento rispetto alla danza classica, rifiutò di indossare scarpette a punta e costumi elaborati preferendo ballare scalza e con abiti leggeri simili a pepli. Le sue erano interpretazioni caratterizzate da una forte carica di emotività ed espressività e diedero il via ad una nuova concezione della danza teatrale.
La sua arte influenzò addirittura la compagnia dei Balletti Russi di Sergej Djaghilev e il suo debutto a San Pietroburgo fu un tale successo che in seguito tornò in Russia per aprire una scuola di danza a Mosca su invito di Lenin.
Una vita tragica
Al grande successo artistico corrispose una vita privata movimentata e tragica. Dalla relazione con l’attore e regista Edward Gordon Craig ebbe due figli che nel 1913 annegarono nella Senna insieme alla loro governante. In seguito Isadora Duncan si legò a Paris Eugene Singer, uno dei figli fondatore della fabbrica di macchine da cucire Singer, ma la liaison che fece più scalpore fu quella con il poeta russo Esenin, di diciotto anni più giovane di lei. I due si sposarono nel 1922, nonostante conoscessero pochissimo l’uno la lingua dell’altro, e dopo un anno in giro per Europa e America si lasciarono. Esenin sarebbe morto suicida due anni dopo.
Negli ultimi anni della sua vita il successo di Isadora cominciò a declinare e quando tornò ad esibirsi negli Stati Uniti il pubblico non le risparmiò critiche per i suoi capelli tinti e per la sua figura appesantita. Tornò a vivere in Francia, ma la situazione non migliorò. Spesso era ubriaca e i problemi economici non le davano tregua.
La morte
Il 14 settembre 1927, prima di salire in macchina disse ai suoi amici: “Addio, amici, vado verso la gloria!” (secondo una ritrattazione successiva disse: “Vado verso l’amore”). Isadora non raggiunse mai la sua destinazione: la lunga sciarpa che indossava si impigliò nei raggi della sua Bugatti, strangolandola.
Il suo corpo venne cremato e le sue ceneri riposano nel Cimitero del Père-Lachaise a Parigi.
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