La mammina – Recensione
Titolo: La mammina
Autore: Roberta Zimei
Casa Editrice: Tabula fati
Anno: 2020
ISBN: 978-88-7475-938-5
N. Pagine: 144
La mammina
Ho letto con grande piacere La mammina, l’esordio nella narrativa di Roberta Zimei, giornalista che condivide con me l’essere abruzzese e la casa editrice.
La mammina è infatti da poco uscito per Tabula Fati e narra la drammatica vicenda di Anticlera, una levatrice che si trova a svolgere il suo lavoro nel dopoguerra, in un paesino dell’entroterra della nostra regione.
Sono diverse le peripezie che portano la donna nel paese dell’Appennino abruzzese, dove la levatrice viene per l’appunto chiamata mammina.
In uno scenario perfettamente ricostruito che è quello del dopoguerra, con la realtà arretrata del piccolo paese, pieno di buoni sentimenti ma anche di maldicenze e piccole cattiverie, possiamo ritrovare i racconti di genitori e nonni.
Pare quasi di essere davanti a una pellicola neorealista, sospesa tra le miserie del tempo e tra passaggi più leggeri; gli stessi che abbiamo visto tante volte, magari in una commedia all’italiana di Vittorio De Sica.
La protagonista è proprio Anticlera, donna generosa e volitiva, che ha sbagliato in passato e continua a farlo, spesso per la troppa fiducia nell’umanità. La donna ha conosciuto una vita più emancipata, nella capitale, e i suoi modi schietti spesso si scontrano con la realtà più ristretta del borgo.
Altro personaggio cardine è quello di Donna Vittoria, donna colta e rimasta prematuramente vedova, che si accolla anche il ruolo di sindaca ma senza indulgere troppo nell’emancipazione femminile, allora ancora lontana. La donna pare quasi l’altra faccia della stessa medaglia di Anticlera, con cui empatizza subito, a dispetto della freddezza apparente.
Ma La mammina è soprattutto la storia e la cruda analisi di un femminicidio, una storia purtroppo tratta dalla realtà di allora e ancora attuale. E Roberta Zimei è molto brava e delicata nel ricostruire alla perfezione i meccanismi che portano – ancora oggi – a questi drammatici avvenimenti.
Il romanzo è scritto in modo estremamente scorrevole e si legge veramente in breve tempo. La forza della Zimei è quella di essere riuscita a imbastire una storia che attira il lettore con la giusta leggerezza dello stile, per poi portarlo dentro una piaga sociale drammatica. Una vicenda che racconta fatti di tanti anni fa, ma che sembra drammaticamente uscire dalla cronaca di oggi.
La mammina è quindi una lettura che mi sento di consigliare, un raro esempio di romanzo che si legge in scioltezza ma che lascia un’amara scia di riflessioni.
Riflessioni necessarie, oggi come non mai.
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