Ninfa dormiente – Recensione
Titolo: Ninfa dormiente
Autore: Ilaria Tuti
Casa Editrice: Longanesi
Anno: 2019
ISBN:9788830451551
N. Pagine: 480
Ninfa dormiente
Ho scoperto Ilaria Tuti leggendo Fiori sopra l’inferno, un thriller che mi aveva piacevolmente sorpreso. Una scrittura suggestiva, ambientazioni evocative, la giusta dose di mistero e un personaggio che non si dimentica, il commissario Teresa Battaglia.
Le aspettative per il seguito, Ninfa dormiente, erano dunque alte e vi dico subito che non sono state deluse. Teresa, donna dalla scorza dura ma dal cuore generoso, si imbatte stavolta in un cold case; così sono denominati quei casi irrisolti per lunghissimo tempo, che vengono riaperti dopo anni, spesso grazie all’ausilio delle nuove tecnologie.
È il ritrovamento di un quadro del pittore Alessio Marian a far riaprire il caso della morte di una ragazza, avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale. Il quadro è tanto bello quanto inquietante, soprattutto dopo che si scopre il suo segreto: è stato dipinto col sangue umano.
Teresa Battaglia è un’esperta di profiling, una tra le migliori professioniste, ma nasconde un segreto: un oscuro male sta divorando le sue facoltà. La donna è però ben decisa a svelare il mistero della ninfa, e anche quelli dell’ispettore Marini.
Il collega, altro personaggio cardine della storia, provoca nella donna un atteggiamento quasi protettivo; in questo capitolo della saga scopriamo di più sul suo passato e assistiamo alla sua crescita umana e professionale.
Sulla trama non vi svelo di più, se non che l’indagine porta i due nella Val di Resia, tra la diffidenza della popolazione locale – piuttosto chiusa verso gli estranei – e atmosfere che si fanno sempre più misteriose.
Il libro si legge in scioltezza, l’azione è serrata e i colpi di scena numerosi, pur non mancando divagazioni intimiste che ci aiutano a tratteggiare meglio i caratteri dei personaggi.
La grande forza di Ilaria Tuti sta nella sua capacità di alternare il mistero della vicenda, piuttosto macabra, con la grande empatia che traspare nei confronti dei personaggi; questi sono tutti molto strutturati e approfonditi, e spesso nascondono storie complesse e vecchie cicatrici che li rendono più interessanti e affascinanti.
Infine, una parte del romanzo che ho trovato personalmente molto stimolante è quella sulla Val di Resia e sul particolare DNA degli abitanti. Pur dilettandomi nella scrittura ho una formazione scientifica, per altro proprio nell’ambito della genetica, quindi questo particolare – non lo nego – mi ha mandata in sollucchero.
Insomma, Ninfa dormiente si è dimostrato un thriller notevole, intrigante e macabro al punto giusto, con protagonisti tremendamente umani, a cui è impossibile non legarsi. Consigliato.