Sabina Santilli e la Lega del filo d’oro
Sabina Santilli, nata a San Benedetto dei Marsi (AQ) nel 1917, è stata la fondatrice e prima presidente dell’associazione Lega del Filo d’Oro – ONLUS.
La luce si spegne
Sabina Santilli nacque in un paese ferito, che solo due anni prima era stato epicentro del terribile terremoto della Marsica e che aveva perso circa la metà dei suoi abitanti.
Bambina intelligente e precoce, aveva già imparato a leggere e a scrivere all’asilo. La tragedia avvenne durante la settimana santa del 1924, quando Sabina contrasse la meningite: in pochi giorni perse la vista e l’udito.
«La sera del giovedì santo, dal letto di mia mamma, diedi un ultimo sguardo attorno. L’indomani mattina, venerdì santo, udii l’ultimo grido, seguito da una sbattuta di porta. Da allora niente più. Fu il buio pesto senza una voce.» Raccontò lei stessa, anni dopo, agli amici della Caritas di Avezzano.
Il mondo di Sabina Santilli da quel momento era radicalmente cambiato, ma lei non si diede per vinta: cercò di continuare a vivere come prima, non accettando la malattia e ingegnandosi per fare tutto come le altre ragazzine. Il suo essere estremamente taciturna, le valse il soprannome di Montone dei Marsi.
In un tempo in cui la rassegnazione sarebbe stata la reazione più comune, la famiglia di Sabina si dimostrò formidabile, trasmettendole forza e desiderio di indipendenza. Il padre, Pacifico, decise addirittura di accompagnarla a Roma presso l’istituto per ciechi guidato da Augusto Romagnoli. Quei 90 chilometri, percorsi con cavallo e biga, la portarono nel luogo dove imparò il Braille- il sistema di lettura e scrittura tattile a rilievo- e il metodo Malossi, in cui la mano funge da strumento di comunicazione e viene usata come fosse una macchina da scrivere.
La Lega del Filo d’Oro
Fu proprio da questa sua esperienza e dal concetto di riabilitazione precoce che nacque l’idea della futura associazione della Lega.
Grazie all’educazione e alla ferrea volontà, Sabina Santilli divenne una donna indipendente e autonoma. Determinata ad aiutare altre persone nella sua stessa situazione, iniziò a scrivere lettere per metterle in contatto tra di loro, suggerendo come svolgere azioni quotidiane e coltivare nuovi interessi nuovi e spronandole ad essere attive.
Sabina cominciò inoltre a scrivere lettere per cercare un aiuto specifico per le singole persone, rivolgendosi ad associazioni, enti, parrocchie e vicini. Voleva cambiare il modo di vedere la situazione dei sordociechi e rivendicare i loro diritti e ci riuscì.
Fino a poco prima il mondo aveva in qualche modo ignorato l’esistenza dei bambini sordociechi e solo nel 1962 il film “Anna dei Miracoli”, che raccontava la storia del la prima sordocieca che grazie all’istruzione e all’aiuto della sua insegnante aveva vissuto in modo indipendente, li aveva fatti conoscere.
Sabina voleva cambiare il modo di vedere la situazione dei pluriminorati psicosensoriali e rivendicare i loro diritti e ci riuscì. Dopo avere creato da sola, nel 1964, una rete di 56 sordociechi, Sabina comprese la necessità di una vera e propria associazione.
La Lega del Filo d’Oro nacque ufficialmente il 20 dicembre 1964 e Sabina ne fu la prima presidente, divenendo anche la prima sordocieca in Italia a stipulare un atto legale e ad assumere una carica sociale. L’associazione diventò ente morale nel 1967 e ONLUS nel 1998. È tutt’oggi impegnata nell’educazione, nell’assistenza e nella riabilitazione dei sordociechi.
Il nome Lega del Filo d’Oro stava a simboleggiare il filo prezioso che unisce la persona sordocieca al mondo esterno.
La spinta decisiva per la consacrazione della lega fu un soggiorno per sordociechi, organizzato nel luglio 1964 a Frontignano di Ussita, sui Monti Sibillini a cui parteciparono una decina di donne, tra cieche e sordocieche, accompagnate da alcune volontarie.
Sabina si spense il 12 ottobre 1999.