La donna barbuta abruzzese

Se deciderete di fare un viaggio in Spagna, potreste ritrovarvi davanti un quadro piuttosto bizzarro. Avvicinandovi potrete leggere sulla targhetta che gli è posta accanto: “Ritratto di donna barbuta abruzzese”.

L’opera è del pittore spagnolo Jusepe De Ribera (Xàtiva, 1591 – Napoli, 1652), detto Lo Spagnoletto. De Ribera si trasferì dalla natia Spagna nella città partenopea nel 1616 e da allora divenne uno dei massimi esponenti della pittura di filone caravaggista e uno dei più importanti artisti della pittura napoletana. Diverse sue opere sono nei principali musei del mondo, ma molta della sua straordinaria produzione è visitabile in Campania.

Il nome della donna barbuta era Maddalena Ventura, nata ad Accumoli, che ora è in provincia di Rieti, ma allora apparteneva all’Abruzzo.
All’età di 37 anni, durante la quarta gravidanza, cominciò a sviluppare una folta barba e a 52 anni il viceré la convocò a Napoli, dove venne considerata un “grande miracolo della natura”.
Il dipinto è attualmente conservato presso l’Hospital de Tavera di Toledo.

Nel dipinto la donna è intenta ad allattare al seno il neonato che porta in braccio. Alla sua destra, in penombra e in posizione arretrata, si trova il marito. Sulla destra del dipinto si scorgono dei blocchi di pietra su cui è incisa un’iscrizione in caratteri latini, sopra i quali si trovano posati un fuso, un arcolaio e un filo di lana, tipici attributi femminili che ribadiscono la vera identità della figura centrale del ritratto.

Il ritratto di Maddalena Ventura è, insieme a quello di Antonietta Gonsalvus di Lavina Fontana, uno dei pochissimi dipinti che raffigurano donne affette da irsutismo.

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